Novant’anni di Giostra raccontati attraverso gli abiti, i trofei, le immagini che ne hanno fatto la storia. Un viaggio tra i decenni per celebrare l’evoluzione del Saracino nell’era moderna, da quel 7 agosto 1931 che ne sancì la rinascita, ai giorni nostri. E un manifesto speciale realizzato per esaltare il novantenario.
Sono le iniziative, ideate dal Consiglio della Giostra, che l’amministrazione comunale sta predisponendo per festeggiare i novant’anni della manifestazione e che si tradurranno in una preziosa esposizione che sarà allestita nel corso del mese di luglio nel Palazzo di Fraternita. I primi abiti degli anni ’30, le creazioni di Novarese, i bozzetti, i costumi indossati nel corso dei decenni dai quattro quartieri e dalle associazioni (Musici, Sbandieratori e Signa Arretii), i manifesti… E il culmine con l’esposizione delle Lance d’oro, una per decennio, per ripercorrere la storia della Giostra attraverso i trofei trasformatesi nel tempo da semplici sculture lignee ad opere d’arte vere e proprie.
Ad impreziosire la mostra, video e foto del passato in un racconto per immagini che restituirà al visitatore pagine storiche della Giostra del Saracino e dei protagonisti che l’hanno resa grande. E se Piazza Grande, con le sale del Palazzo di Fraternita, sarà il fulcro dell’esposizione, il percorso celebrativo si snoderà anche attraverso il centro storico con l’esposizione di otto costumi storici degli anni ’30 e ’50 a Palazzo Lambardi grazie alla collaborazione con Giuseppe Angiolini, recentemente investito dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, del ruolo di direttore artistico della città.
“Questa iniziativa che vede coinvolti non solo i quartieri, ma l’intero mondo della Giostra – commenta il sindaco Alessandro Ghinelli – è il segno forte di quanto il Saracino sia radicato nella nostra città e tra la nostra gente. Ricordare le immagini storiche della Giostra in uno dei palazzi simbolo di Arezzo, e nelle vetrine dei nostri operatori della moda, ha proprio questo significato: riaffermare la Giostra come manifestazione identitaria e simbolo della tradizione manifatturiera e artistica della città. Questo avviene nel novantesimo anniversario della sua ‘rinascita’ in epoca moderna, tendendo un gancio ineludibile con i ‘torneamenti’ e la Giostra visti da Dante di cui celebriamo il settecentesimo anniversario della morte”.
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