Il comunicato di Porta Crucifera relativo all’omaggio del nostro Quartiere a San Donato è alquanto surreale e basato su argomenti meramente pretestuosi, nonché inadeguati atteso che quella di sabato 14 luglio non sarebbe stata altro che una semplice visita di un Quartiere in una chiesa, la Pieve, luogo religioso, storico e simbolo di tutto il Popolo di Arezzo, che per stessa volontà di chi ne ha la formale amministrazione “deve essere la chiesa di tutta la Giostra” tanto da aver affisso al suo interno gli arazzi con gli stemmi di tutti i Quartieri e relative casate. Per questo, vista l’assurdità della vicenda, non avremmo voluto replicare.
Tuttavia, a causa di una narrazione assolutamente non corrispondente al vero, è obbligatorio fare alcune precisazioni.
Porta Sant’Andrea, come comunicato e pubblicato fin da subito, celebrerà il proprio Te Deum nella chiesa di Sant’Agostino; siamo rimasti l’unico Quartiere che continua a farlo nella Chiesa dove riceve la benedizione il giorno della Giostra, e vogliamo mantenere questa tradizione. Affermare che il nostro Te Deum sarà celebrato in Pieve è una notizia semplicemente non corrispondente al vero.
Dal 2014, anno in cui l’Istituzione Giostra ha deciso che l’edizione di giugno fosse dedicata a San Donato e quella di settembre alla Madonna del Conforto, nel tradizionale corteggio con la Lancia d’oro abbiamo inserito l’omaggio ai Patroni della Città (per S. Donato in Pieve nel 2014, per la Madonna del Conforto nel Santuario in Cattedrale nel 2015 e 2017). Come da prassi, anche questa volta, abbiamo informato i vertici del quartiere rossoverde, nello specifico i rettori Bichi, Pommella, Catalani e Fazzuoli che negli anni si sono alternati. Tutte le volte ciò è avvenuto dietro invito e consenso del Parroco della Cattedrale o del Pievano di S. Maria Assunta che sia. Nessun Te Deum o celebrazione quindi fuori della nostra Chiesa, solo il semplice e breve omaggio al Patrono di Arezzo le cui reliquie si conservano in Pieve oltre che nell’Arca di San Donato in Cattedrale.
Perciò riteniamo non solo di non aver leso lo spirito cavalleresco della Giostra, né tantomeno riteniamo di poter ricevere lezioni in tal senso avendo operato con limpida correttezza e nel rispetto delle regole.
Al fine di evitare in futuro ulteriori pretestuose strumentalizzazioni, saremo contenti che l’autorità ecclesiastica – unica competente a decidere quali attività possano svolgersi all’interno dei luoghi di culto – si esprimesse in merito all’intera vicenda che continuiamo a considerare surreale e infondata.
Per questo, in attesa di un pronunciamento, e considerando che il valore di (ed il rispetto per) una celebrazione religiosa non possa essere svilito al livello della polemica sollevata, abbiamo deciso, d’intesa con don Alvaro, che l’omaggio al Patrono di Arezzo avverrà in un luogo diverso e più solenne: l’Arca di San Donato presso l’Altar maggiore della Cattedrale.
Preferiamo concentrare le nostre emozioni nei festeggiamenti per una straordinaria vittoria che ci ha consentito di raggiungere un traguardo storico piuttosto che proseguire ulteriormente nella scia di polemiche sterili e inadeguate.
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