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Il giorno della Giostra

Lettura del Bando

La città è pronta a vivere il suo giorno più bello. Fin dalle prime ore del mattino ad Arezzo cala un’atmosfera medievale. Le strade, i vicoli, le piazze si riempiono di turisti e gli aretini puntuali raggiungono il centro storico per assistere alla sfilata.
Ad annunciare alla città che è arrivato il giorno di correr giostra è il primo colpo di mortaio che tuona alle ore 7. Un fragore che per tutto il giorno scandirà alla città le fasi principali della giornata giostresca. I quartieristi, con al collo i foulard e in mano le bandiere dei rispettivi quartieri, si raggruppano intorno al corteggio.Il secondo colpo di mortaio, alle ore 11, è il segnale che ha inizio la sfilata con la lettura del “Bando”.

L’Araldo, introdotto dagli squilli delle chiarine e dal rullo dei tamburi, annuncia dalla finestra di Palazzo del Comune che “è Giostra”. La sfilata muove da Palazzo dei Priori. Le rappresentanze dei quartieri e quelle comunali, con in testa i valletti del Comune recanti il trofeo della Giostra del Saracino, marciano tra due ali di sostenitori e visitatori.

L’Araldo legge il Bando della Giostra di fronte alla Basilica della Pieve di Santa Maria, in Piazza San Michele, all’incrocio tra Corso Italia e Via Roma, ed in Piazza San Francesco. È qui che termina la cerimonia in attesa di veder uscire dalle sedi dei quartieri le compagini dirette in Piazza Grande alla conquista della lancia d’oro.

Benedizione degli armati e corteo storico

Nel giorno della giostra il terzo colpo di mortaio annuncia a giostratori ed armati che è arrivata l’ora di recarsi nelle rispettive chiese di quartiere per la benedizione  impartita dal parroco.

Con la formula “Andate e tornate vincitori” l’auspicio è per tutti quello di indossare con fierezza i colori del  proprio quartiere. Alle singole benedizioni (rispettivamente nella chiesa di Santa Croce per Porta Crucifera, nella chiesa di San Domenico per Porta del Foro, nella chiesa di Sant’Agostino per Porta Sant’Andrea e in Piazza S.Jacopo  per Porta Santo Spirito) si aggiunge la Benedizione  impartita dal Vescovo all’intero corteo schierato sul sagrato della Cattedrale.

Radunato il corteggio, composto da 387 figuranti e 31 cavalli in costume trecentesco in Piazza San Domenico, il quarto colpo di mortaio spinge gli armati, i balestrieri, i vessilliferi, i tamburini, gli sbandieratori, i cavalieri,  i fanti, i giostratori, i paggi e le dame verso la Cattedrale per la solenne benedizione al termine della quale il corteo riparte per raggiungere piazza Grande. Percorrendo il centro cittadino sulle battute dei tamburi e gli squilli delle chiarine dei musici, tra lo sventolare di bandiere degli sbandieratori, il corteo scende in lizza annunciato dal quinto colpo di mortaio, che tuona sulla città alle ore 21,30 a giugno e alle ore 17,00 a settembre.

È Giostra!

Al termine dell’ingresso e dello schieramento, dopo l’esecuzione dell’Inno del Saracino, i giostratori scendono al pozzo per sferrare il colpo vincente all’automa armato di flagello, sotto gli occhi di migliaia di spettatori, in una Piazza Vasari gremita di aretini, turisti e colori.
La sfida al Re delle Indie rievoca la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per frenare l’avanzata orientale.  È l’esercizio d’armi contro un simulacro: il Saracino.

La Giostra del Saracino si corre in notturna il penultimo sabato di giugno, Giostra di San Donato, e in edizione diurna la prima domenica di settembre, Giostra della Madonna del Conforto.

Protagonisti della manifestazione storica aretina sono i quattro quartieri cittadini di Porta Crucifera (colori rosso e verde), Porta del Foro (colori giallo e cremisi) Porta Sant’Andrea (colori bianco e verde) e Porta Santo Spirito (colori giallo e blu).
Sono i quartieri, con i loro giostratori, a sfidarsi in Piazza Vasari nell’assalto contro il Re delle Indie, al termine del quale solo un quartiere uscirà con il trofeo della Giostra del Saracino: la Lancia d’Oro.

I giostratori, due per ciascun quartiere, affrontano il Buratto con la lancia da giostra, cercando di colpirlo nel tabellone dello scudo, che è suddiviso in punteggi che variano da 1 a 5.
Per i valorosi giostratori il compito è quello di realizzare il più alto punteggio per permettere al proprio quartiere di aggiudicarsi l’ambito trofeo.
Se in Piazza Grande, al termine delle otto carriere ordinarie, nessun quartiere ha prevalso sull’altro,  si ricorre alle carriere di spareggio tra i quartieri che hanno realizzato parità di punti.
Vince la lancia d’oro il quartiere i cui giostratori hanno concretizzato il maggior punteggio.

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